mercoledì 30 maggio 2007

Pupo in vetrina

Ieri, in pausa pranzo, centro commerciale......
in un negozio vedo una ragazza che sta rifacendo una vetrina. Adagiato tra alcuni prodotti per bambini un orso bianco della Trudi. Un salto nel passato. Si, perchè quello che vedo in vetrina, a fare da espositore di prodotti per bambini, è esattamente Pupo, il mio orsacchiottone, quello che mi ha regalato mio padre quando ho fatto l'esame della 5 elementare!! Ed allora giù con i ricordi. Avevo 10 anni, patita dei peluches, teneri e morbidosi da coccolare. Ricordo perfettamente quel giorno, ma sopratutto ricordo che mio padre mi ha aspettato all'uscita della scuola, davanti alla sua macchina blu, pantaloni di un modello ormai in disuso e che mai tornerà di moda... beige poi... camicia bianca. In piedi, appena lo vedo mi sorride, i suoi occhi verdi e grandi mi guardano orgogliosi con la stessa dolcezza che ancora ritrovo oggi in quel verde smeraldo. Che meraviglia. Saliamo immediatamente in macchina per recarci in via Matteotti dove si trova il più grande negozio di giocattoli della città: MOON! Dotato di un'esposizione di peluches a dir poco immensa! Dio, volevo che quella fosse la mia casa. Negozio di 3 piani, enorme, ma a me non interessava nulla se non il primo piano, quello che mi faceva perdere in teneri nasoni, occhioni che mi imploravano di prenderli, e la più assoluta morbidezza di quegli animali, grandi e piccoli, all'epoca ancora non fedeli agli originali! Ma dopo quasi un'ora di vagabondaggio nel negozio, l'ho visto. Era lui che avrei portato a casa. Deciso. Ricordo l'invito di mio padre a prenderne uno anche più grande, perchè l'avevo meritato (in realtà si stava solo deliziando a motivare il suo regalo per non viziarmi sfacciatamente)... Ma io oramai ero già convinta. Ed ho scelto lui. Dietro il collo aveva un cordino con una pallina bianca che attivava un carillon mai utilizzato in realtà. Mia madre appena rientrati aveva un sorriso particolare che diceva a chiare lettere che sapeva già che regalo avrei scelto! Bei momenti di tenerezza, grazie a quella vetrina...E' stato bello rivederti Pupo... E ancora di più il ricordo di quella giornata. Che strano, i miei ricordi non sono così frequeni, sopratutto per quelli così lontani... E' stato davvero un bell'incontro. Inaspettato.

martedì 29 maggio 2007

La fiera del luogo comune

Ieri ho ascoltato involontariamente uno dei discorsi più banali ostentato inutilmente a voce alta.
Si, due colleghi "maschi" (ma non molto uomini), che
amabilmente disquisivano sulle donne. Ma non nel solito commentarne le forme anatomiche, bensì sulla loro complessità e diveristà. Si ponevano il problema di sottolineare (poverini), l'inutilità di certe lacrime a loro parere ingiustificate, dell'instabilità emotiva e fisica durante il ciclo mensile, e della loro eterna ricerca dell'uomo perfetto e romantico, definendole esserini fragili e incomprensibili. Che tristezza! Ovviamente non finiscono qui le critiche e i commenti insulsi che man mano affondavano sempre più nel banale... In quanto Donna, con la mia sensibilità, mi sento vicina a quei due poveri maschietti... voglio aggiungere però che forse forse qualcosa di postivo ci sarà anche in questi esserini di cui tanto i maschietti hanno bisogno, senza scadere ulteriormente nella banalità e nel cattivo gusto.Troppo spesso forse le donne hanno emulato gli uomini cercando di stare al passo lavorativamente e nella vita di ogni giorno, tra le mura domestiche, e in ogni dove, cercando forse di "somigliargli" finendo, in certe occasioni, per interpretare un ruolo che in realtà non è parte di loro, e questo forse penalizza, sconfigge...ma le battaglie e le conquiste di spazi e diritti nella socità attuale sono state impegnative e a mio parere sono state delle piccole e grandi vittorie, e questo le ripaga di tanti sforzi mai riconosciuti da molti. Io personalmente assaporo quotidianamente il Mio Essere Donna e cerco di esprimerlo attraverso le mie qualità, la mia femminilità e perchè no, anche la diversità. Riesco senza sforzi a sentirmi libera di mostrare i miei lati migliori:intuito, capacità, comprensione, dolcezza, sensibilità, bellezza, coraggio, tenacia, gioia, autenticità, sorriso, forza.

martedì 22 maggio 2007

Sensi

Buongiorno, mi da un marlboro light, grazie...
Si volta, uno sguardo dritto e ghiacciato. Occhi bellissimi, profondi, nobili, trasparenti, inquieti.
Resto ferma, immobile, non riesco nemmeno ad imbarazzarmi perchè sono di sasso, forse 10 secondi, lunghi un'eternità. E' il mio turno, chiedo le mie sigarette e intanto mi voltoper vedere dov'è. E' li fuori, aspetta me, mi ha guardato in quel modo... ma come sei sempre così sicura?!! Di cos'hai paura?
Non esco, inizio a guardare tutto cio' che è possibile nel negozio di tabacchi e riviste, ne apro qualcuna, no.. non voglio uscire, cosa mi dirà... oddio... apro un'altra rivista ma in realtà guardo dov'è. Lo osservo, è al telefono, ecco esco ora, cosi' non può fermarmi... alla cassa ovviamente la tabaccaia staservendo qualcun altro, che sfiga! E adesso?! Su dai muoviti con quel resto... lo guardo dalla vetrina dei pacchi sorpresa per bambini... E' ancora li. Cosa diavolo vorrà da me: ma è modo di guardare le persone?! Esco, se mi parla lo mando al diavolo. Il rumore delle conchiglie attaccate al gingillo orientale appeso alla porta del tabacchi sottolinea la mia uscita. Lui si volta, ancora quello sguardo, pochi secondi ancora...
Non mi dice nulla. Sorride. Io sono di nuovo impietrita, davanti ai suoi occhi che si accostano perfettamente al suo completo grigiomare. Mi avvicino alla macchina lui è li con quello sguardo su di me, dal sapore lento, forte e persistente. Passa accanto a me, per avvicinarsi alla sua auto, e lo fa così vicino che posso sentire il suo profumo. Aroma profondo e inquieto. Sale in macchina e va via, ancora con quel sorriso, senza una parola.
Desiderio di fascino e un frainteso coinvolgimento. Assaporato lentamente.

giovedì 10 maggio 2007

......


Una mia bella qualità che mi godo, è il non lasciarmi mai limitare dal pregiudizio...

mercoledì 9 maggio 2007

09/05/2007

Nel mare della meditazione le acque devono essere seguite.
Nessuna strumentazione è in grado di prevedere ciò che accadrà.
Onde in rivolta, acqua a perdita d'occhio.
La sua forza può dominare chiunque vi si immerga.
Nodi, matematica e carte non consentono di
sondarne le profondità. La sua tela è tessuta ovunque.
Giovani capitani sono salpati alla volta di nuove
terre, gli anziani non sono piu' tornati.
Possiamo soltanto galleggiare.
La distesa di blu è pura energia:
sotto il cielo stellato, il mare avanza e
indietreggia con lo stessa andatura.
Acqua uguale, sempre nuova che muove ogni
cosa attorno a sè. Un flusso mutevole e
ininterrotto ci tiene. Qualsiasi acqua siamo,
cascata, rivolo o lago.

Ale

Mani curate.
Nobile, trasparente, a volte inquieto, insicuro, oggi un po' più forte.
Intelligente, curioso, versatile, diplomatico, comunicativo, spesso intuitivo.
Temperamento apparentemente delicato...
per lui l'educazione è d'obbligo,
la scarsa determinazione in certi ambiti è il primo dei suoi peccati..
Sempre in bilico fra giusto e sbagliato, alto il senso del dovere e affidabità assoluta.
Mai monotono, poco indipendente, ironico quanto basta.
Asseconda poco l'istinto e razionalizza fino all'eccesso.
Quanta strada ancora da fare! Come me del resto.
Io credo in te, dammi ogni tanto uno sguardo, tendi la mano
così che io possa ogni tanto afferrarla.

lunedì 7 maggio 2007

Bella Napoli

Napoli, la citta che mi ha visto nascere, la città che mi ha visto fare i primi passi da bambina, la città che mio padre ha sempre amato ed ama tuttora, anche se ha dovuto lasciarla.
La città delle contraddizioni. La città degli uomini d'amore. La città che soffoca il respiro con la sua bellezza naturale. Città sempre pronta al sacrificio.
Tutte le volte che torno nella città del sole, dell'amore, del marerilasso l'affanno della vita milanese, la assaporo, la osservo e la vedo... la ascolto nel suo putiferio di caos totale, vedo i colori della città e della gente. Un amico del posto, tempo fa, mi ha portato in giro nei luoghi a me più cari, e mi ha fatto notare chei miei occhi si spalancano e accolgono la luce della città. Come se non l'avessi mai vista.
Eppure la conosco come le mie tasche o quasi. Tornare a Napoli è per me sempre un momento magico, di grande calore econsapevolezza nel riconoscere le mie radici che sono, per fortuna, ancora ben salde.
Napoli, la città presente nei miei ricordi e nel mio cuore. Ho visitato tante città italiane, ma Napoli è semplicemente Napoli.
La sua bellezza è assolutamente naturale; anche se non ci fosse il Maschio Angioino, Piazza Plebiscito,
Palazzo Reale, il Castel dell'Ovo, sarebbe splendida, basti solo pensare alla posizione geografica, alla vista della terrazza di Sant'Antonio a Posillipo, c'è da rimanere senza fiato. Chi ha avuto la fortuna di vederla sa di cosa parlo. Pur con banalità cito il caratteristico solco di Spaccanapoli, strada che percorre, anzi taglia,
solca un bel pezzo di Napoli, partendo dai piedi del Vomero attraverso il centro storico,
guardando da piazzale San Martino, la parte alta del collinare Vomero: Via Roma, Piazza del Gesù dove si vede la Guglia dell'Immacolata, P.za San Domenico dove è imperdibile la chiesa gotica e barocca di San Domenico Maggiore, e ancora San Gregorio Armeno dove nel periodo invernale sotto Natale, nella pura cultura napoletana, le vie si riempiono letteralmente di gente che visita botteghe e bancarelle dei fabbricanti di presepi fatti di qualsiasi materiale. Cosi andando avanti spingendosi fino a Castel Capuano. Insomma un percorso meraviglioso, che inizia con San Biagio ai Librai, il vero principio di Spaccanapoli. Percorso da fare a piedi per capirne meglio il gusto ed il sapore. E quelle luci, poi ancora quelle urla sguaiate, quelle donne con le mani sempre sui fianchi... le lenzuola e non solo quelle, stese al vento anche in pieno centro... Imposizioni di gente sanguigna, d'amore, che spesso scivola in meccanismi sgradevoli, noti, in
cui non è semplice non rimanere impigliati. Cara Napoli, città colorata e spugnosa, meravigliosa e lucente, pronta a penetrare attraverso gli occhi, il cuore e la pelle, per non lasciarmi più.
Cara Napoli, respiro il tuo volere e ti tengo stretta al seno. Vibrazioni al cuore alla tua vista.
Ci vediamo presto!